
Venezia nel Settecento - Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Via Po,
55 - Torino
Mostra in corso dal 20 aprile 2023 al 3 settembre 2023
Al Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto apre una mostra che rende omaggio al mito della Serenissima
e intende raccontare la vita della città
lagunare nell’ultimo periodo della sua fulgida storia, delineandone la società e mostrandone gli
aspetti più affascinanti e curiosi.
Comunicato stampa della Mostra Venezia nel Settecento
A quasi un secolo di distanza dalla prima esposizione dedicata al Settecento veneziano, intitolata
Il Settecento Italiano e allestita a Venezia nel 1929 – cui lo stesso Pietro Accorsi diede un rilevante
contributo – la Fondazione Accorsi-Ometto è lieta di rendere omaggio al mito della Serenissima
con una mostra, curata da Laura Facchin e Luca Mana, che intende raccontare la vita della città
lagunare nell’ultimo periodo della sua fulgida storia, delineandone la società e mostrandone gli
aspetti più affascinanti e curiosi.
La produzione artistica veneziana del XVIII secolo è una delle più ricche, variegate e qualificate
del panorama europeo. Ai margini della politica internazionale e della grande economia, la città
punta sull’aura del suo plurisecolare primato nelle arti visive e musicali e su un’efficace strategia
di immagine che ne fanno una delle mete più ambite e predilette del Grand Tour internazionale.
Venezia diventa un punto di riferimento per l’Europa intera, in grado di attrarre non solo nobili
aristocratici in cerca di svago, ma anche avventurieri, fuoriusciti politici e personaggi del mondo
dello spettacolo bramosi di notorietà.
Il suo nome è associato al concetto di “prodotto di lusso”, tanto nei campi della pittura e della
scultura quanto in quelli delle arti decorative: l’ebanisteria, i tessuti, i merletti di Burano e i vetri
di Murano sono contraddistinti dall’alta qualità delle materie prime e dalla finezza della
lavorazione. La maggior parte della sua produzione artistica, soprattutto la pittura, è destinata
all’esportazione. Non deve, quindi, stupire la quasi totale assenza, in Venezia, di quadri che
rappresentino i monumenti e i luoghi più significativi della città. Questi dipinti sono, infatti,
indirizzati agli acquisti dei viaggiatori stranieri e alcuni pittori, quali Canaletto e il nipote Bellotto,
trascorrono molti anni di attività all’estero.
Se i fasti della pittura veneziana inondano l’Europa, non meno brillanti sono gli esiti della musica
e del teatro. La Venezia del Settecento conta ben diciassette teatri, oltre a sale da concerto, locali
pubblici e privati detti “ridotti”, ove si esibisce l’orchestra tutta femminile diretta da Antonio
Vivaldi, uno dei più fertili e originali compositori del Settecento.
Nel 1797, in seguito agli accordi di Campoformio, si conclude la millenaria storia della Serenissima
Repubblica di San Marco: Napoleone, cedendo la città e buona parte dei territori di terraferma
all’Austria, ne segna la fine. Ma prima di giungere a questa complessa e critica fase, Venezia si
propone ancora sulla scena internazionale in una stagione di favolosa bellezza che questa mostra
svela, attraverso una selezione di opere per lo più inedite, appartenenti a collezioni private e
pubbliche.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
La mostra, suddivisa in nove aree tematiche, si sviluppa negli spazi espositivi del Museo e lungo
le sale dedicate alla collezione permanente.
LA CITTÀ NEL SETTECENTO: simboli e allegorie
L’emblema di Venezia che meglio ne celebra la potenza e la storia millenaria è il Leone, simbolo
dell’Evangelista Marco, patrono della Serenissima, riprodotto continuativamente per secoli in
numerosissimi luoghi, ma anche sugli oggetti, come nel caso della preziosa legatura in argento
esposta in mostra o del gruppo in porcellana della rinomata manifattura Cozzi. Qui all’animale è
associata la figura femminile con il tipico corno dogale e la cornucopia da cui fuoriescono
monete, richiamo alla vocazione mercantile di Venezia che ne garantì, nel tempo, la prosperità.
ARTE A VENEZIA: i grandi maestri
Una serie di tele a soggetto mitologico e sacro, contraddistinte da quella lievità di tavolozza e da
quella grazia del segno tipiche della pittura veneziana, evoca la lunga e fortunata stagione che,
dalla fine del Seicento, vide numerosi artisti di origine veneziana, come Giambattista Tiepolo,
impegnati nella “grande decorazione” ad affresco di luoghi di culto e, soprattutto, di residenze
principesche in tutta Europa. La fama internazionale dei maestri veneziani “itineranti”, oltre che
alla pittura “di storia”, è legata anche alla ritrattistica, in particolare di piccolo medio formato,
eseguita a pastello, di cui fu ambasciatrice, tra le più celebri artiste donne del secolo, Rosalba
Carriera.
LA CITTÀ NEL SETTECENTO: la visione degli artisti e dei viaggiatori
L’immagine di Venezia che i turisti del Grand Tour diffusero, attraverso acquisti e commissioni, in
tutta Europa nel corso del XVIII secolo e che godette di cospicui rimandi nella letteratura e nelle
gazzette dell’epoca, viene restituita attraverso una serie di vedute che rappresentano i suoi
edifici più noti, dalla basilica di San Marco al Palazzo Ducale, dal ponte di Rialto alla chiesa di Santa
Maria della Salute, e furono realizzate sia dai grandi nomi della tradizione veneziana, da Luca
Carlevarjis a Canaletto a Michele Marieschi, sia dagli artisti europei che soggiornarono nella
Serenissima.
ARTE DI VIVERE E SOCIETÀ NEL SECOLO DEI LUMI. I grandi eventi del calendario annuale
Nel calendario dei viaggiatori del XVIII secolo, Venezia doveva essere vista in diversi momenti
dell’anno: dal celeberrimo Carnevale, in febbraio, denso di feste e spettacoli, all’altrettanto
emozionante e sontuosa festa della Sensa (Ascensione), con il rito dello Sposalizio del Mare, che
aveva luogo il giovedì dopo la quinta domenica di Pasqua, senza dimenticare le celebrazioni per
la festa del patrono San Marco. Momenti cardine della socialità cittadina furono spesso illustrati
in dipinti, come quelli qui esposti, ricchi di minuziosi dettagli che restituiscono la varietà degli
apparati e la ricchezza dell’abbigliamento esibito. All’opposto, le vedute di interni, rese
paradigmatiche dai Longhi, riflettono una sensibilità tipica del pieno Settecento che ricerca una
dimensione più intima e privata dell’abitare.
ANTONIO VIVALDI E LA GRANDE TRADIZIONE MUSICALE VENEZIANA
Gli itinerari sulla Laguna prevedevano, spesso, la partecipazione ad intrattenimenti musicali: dalle
esecuzioni, tipiche della tradizione veneziana, che si svolgevano presso gli istituti assistenziali
dove giovani orfane si esibivano in spettacoli canori graditi all’aristocrazia e ai numerosi
viaggiatori, alle “accademie” musicali organizzate nelle dimore del patriziato veneziano, tutte
erano raffigurate ripetutamente nelle scene di genere dei Longhi. Figura simbolo del “secolo
d’oro” della musica a Venezia è, naturalmente, Antonio Vivaldi di cui la mostra non manca di
fornire testimonianza.
ARREDARE GLI SPAZI: mobili e oggetti d’arte a Venezia nel Settecento
Alle vedute di interni, si abbina una serie di elementi d’arredo che testimoniano l’eccellenza dei
minusieri veneziani, in particolare nel settore del mobile laccato. Questo trova le proprie radici
nell’amore tutto settecentesco per la chinoiserie, mentre la perizia tecnica si esprime sia nella
sinuosità delle forme che nella qualità dei decori floreali policromi su tonalità chiara, dai gialli agli
azzurri. All’apparente “semplicità” di questi arredi si accostano preziose suppellettili, tra le quali
spiccano, per qualità, i lavori degli argentieri lagunari.
LA TAVOLA
Una tavola imbandita con le porcellane di una delle più antiche manifatture veneziane, fondata
nel 1765, testimonia il primato della Serenissima anche in questo importante settore delle arti
applicate. Infatti, Venezia fu l’unica realtà europea, insieme alla Sassonia, a vantare manifatture
famose per le pregiate paste dure, per le quali era impiegata, materia prima locale, ovvero il
caolino del Tretto. Geminiano Cozzi, di origini modenesi, ma naturalizzatosi veneziano, oltre che
brillante imprenditore, capace di promuovere con svariati mezzi la produzione delle sue
manifatture a livello internazionale, fu una personalità dai molteplici interessi, in ambito scientifico, occupandosi anche di ricerche nel settore botanico e agricolo, dalla coltivazione degli
agrumi al tabacco.
VENEZIA EBRAICA
La presenza della comunità ebraica a Venezia, che risale al X secolo, raggiunse il suo culmine nel
corso del Seicento. In età barocca e nel primo rococò anche nelle residenze del ghetto si
potevano trovare importanti testimonianze di quelle “arti del lusso” che caratterizzarono
l’immagine internazionale della Serenissima e che sono rappresentate in mostra da una serie di
preziosi argenti.
LA NOSTALGIA DI UN TEMPO FUGGITO: Venezia dalla fine del Settecento alla contemporaneità
A seguito degli esiti della guerra di Candia, dopo la metà del XVII secolo, il patriziato veneziano
cominciò a realizzare l’inevitabile declino politico e finanziario della Serenissima Repubblica di
Venezia, che proseguì lungo tutto il XVIII secolo, mitigato, sul fronte economico, dall’indotto del
Grand Tour e dal mantenuto prestigio internazionale in ambito culturale e artistico. Questo senso
di una lenta, ma inarrestabile decadenza ben traspare nelle opere di alcuni artisti della seconda
metà del Settecento, dalle disincantate interpretazioni della storia contemporanea di
Giandomenico Tiepolo alle vedute di Venezia, rese con una pennellata franta e brumosa, dello
zio, Francesco Guardi, preludio della fine della storia millenaria della Serenissima.
Il mito di Venezia, tuttavia, non verrà dimenticato e sarà perpetuato nel tempo da innumerevoli
artisti: perfino da Giorgio de Chirico che, con uno stupefacente coup de théâtre, conclude la
mostra.
Informazioni utili per la visita
Orari: martedì, mercoledì e venerdì dalle 10.00 alle 18.00. Giovedì dalle 10.00 alle 20.00. Sabato, domenica e festivi
dalle 10.00 alle 19.00. Chiuso il lunedì e il 25 dicembre.
Biglietti: intero €
12; ridotto € 10; gratuito per minori di 12 anni.
Telefono:
+39.011.837688
Sito web: Museo accorsi-Ometto |